Esposizione creditizia: come controllarla per evitare sorprese
Incidere sull’esposizione creditizia e sull’indebitamento significa rischiare una serie di ricadute negative sul business: per questo, l’ecosistema fintech e i suoi strumenti si rivelano efficaci per far fronte alle esigenze finanziarie delle imprese, specialmente nell’attuale congiuntura economica negativa.
Esposizione creditizia, cos'è e quando cresce per le PMI
Innanzitutto, è fondamentale specificare che l’esposizione creditizia è una delle componenti chiave dell’esposizione debitoria complessiva di un'azienda, la quale va a indicare l’importo totale delle obbligazioni nei confronti dei diversi soggetti - dai fornitori ai dipendenti, dalle banche a eventuali obbligazionisti e finanziatori, fino alle istituzioni finanziarie.
L'esposizione creditizia può essere a breve, medio o lungo termine quando è mirata a sostenere dei finanziamenti, ad esempio finalizzati a investimenti oppure a mutui con scadenza superiore ai 18 mesi. Nello specifico, nel breve termine, si genera un'esposizione creditizia quando si assiste a un disallineamento tra i termini di incasso e pagamento - una situazione sempre più frequente all'interno dell'attuale contesto macroeconomico.
L'incremento dei costi energetici e produttivi, la difficile reperibilità delle materie prime sul mercato e la domanda in contrazione richiedono difatti un'attenzione maggiore verso le esigenze di cassa, superiori rispetto al passato. Esigenze che le imprese cercano di soddisfare ricorrendo all'indebitamento.
Esposizione creditizia accentuata, i principali pericoli da considerare
Secondo le indagini di S&P Global, a ottobre, i costi sostenuti dalle aziende hanno continuato a salire per il 29esimo mese di fila. “Energia, carburante, materiali sono stati riportati dalle aziende monitorate come cause principali dell’inflazione”. La produzione del settore privato italiano ha registrato il più rapido tasso di declino in quasi due anni.
A questo si sommano anche gli adeguamenti dei processi produttivi – per esempio in materia di riduzione dell’impatto ambientale delle attività, che metterà le aziende nella posizione di dover predisporre importanti investimenti.
Questi interventi sono tali che, secondo il Censis, “ci sono ben 1,5 milioni di imprese, con 5,6 milioni di occupati, che devono ancora intraprendere la transizione ecologica”. Nello specifico, a rischio medio ci sono “600.000 imprese (11% del totale) che danno lavoro a 3,7 milioni di lavoratori. Imprese che appartengono al comparto manifatturiero, quali il sistema moda, il sistema casa, la meccanica”.
Questi numeri evidenziano come, soprattutto nell’attuale momento di fragilità, ci sia un’importante esigenza di accesso alla liquidità – in modo particolare per le imprese a forte assorbimento energivoro e per tutto l’indotto a esse collegato, oltre che per quelle che registrano un calo della domanda e/o l’impossibilità di dare in gestione i maggiori costi di produzione all’utilizzatore finale.
In questo senso, si parla di un’esposizione creditizia accentuata che può determinare:
- un peso degli oneri finanziari che drenano quella liquidità che, altrimenti, entrerebbe all’interno del ciclo produttivo per generare nuova attività;
- dei potenziali rischi di insolvenza e, quindi, di isolamento operativo;
- l’incapacità di ripianare che, in ultima ratio, può determinare anche il fallimento.
Come monitorare e gestire l’esposizione creditizia
I normali strumenti di monitoraggio per l’esposizione creditizia sono semplici ma intervengono, per lo più, dopo che si sono verificati gli eventi di sovraindebitamento. Perciò, è importante delineare una strategia di prevenzione mirata, che si basi su:
- attenta pianificazione delle singole attività mediante uno studio scrupoloso della curva della domanda nel settore di riferimento;
- programmazione delle scorte;
- elasticità nella conversione, parziale o totale, del core business aziendale;
- capacità di trasformare quanto più possibile i costi fissi in costi variabili;
- esternalizzazione dei costi ritenuti necessari.
Quali soluzioni fintech non incidono sull’esposizione creditizia
L’ecosistema fintech propone alcune soluzioni che evitano l’aggravarsi dell’esposizione creditizia. Ad esempio, le invoice trading platform, oltre a rivelarsi facili da impiegare e complementari rispetto ai tradizionali sistemi di finanziamento del circolante, consentono alle PMI di evitare il deterioramento dell’esposizione creditizia. In questo modo, possono tenere libere le linee di credito disponibili e migliorare i diversi indici di bilancio, facilitando di conseguenza ulteriori accessi al credito.
Nello specifico, per garantirsi liquidità costante con soluzioni sicure ed efficienti, le aziende possono accedere allo smobilizzo dei crediti commerciali ottenendo un acconto fino al 90% dell’importo finale e senza meccanismi d’asta: l’invoice trading consente il ricorso alla formula in pro soluto, senza segnalazioni in Centrale Rischi o l’obbligo di cessione dell’intero fatturato. Infatti, ogni azienda può scegliere quali e quante fatture cedere e verso quali clienti, senza alcuna limitazione.
Per diversificare le fonti di finanziamento senza attingere solo dalle linee di credito tradizionali, è utile ricorrere al reverse factoring, che opera attraverso piattaforme digitali specializzate. Questa soluzione consente alle PMI di cedere le fatture a uno o più investitori terzi che anticipano il saldo al netto della loro remunerazione: un’opportunità per accedere alla liquidità ottimizzando l’intera supply chain.